Phenomena (1984) (DVDRip)

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Audio: 9 - Video: 9 (DVDRip)

REGIA: Dario Argento
SCENEGGIATURA: Dario Argento, Franco Ferrini
ATTORI: Jennifer Connelly, Daria Nicolodi, Donald Pleasence, Dalila Di Lazzaro, Davide Marotta, Patrick Bauchau, Fiore Argento, Fiorenza Tessari...
FOTOGRAFIA: Romano Albani
MONTAGGIO: Franco Fraticelli
MUSICHE: Goblin
DISTRIBUZIONE: TITANUS (1985)
PAESE: Italia 1984
GENERE: Horror
DURATA: 110 Min

Trama 1:
Una giovane turista perde il contatto con il gruppo in una vallata svizzera non lontano da Zurigo, si rifugia in uno chalet isolato e viene misteriosamente assassinata. Inutili le ricerche della polizia. Non molto dopo Jennifer, adolescente americana, figlia di un noto attore abbandonato dalla moglie, viene affidata per gli studi a un Collegio di Zurigo, diretto da acide educatrici e ascolta da Sophie, la compagna di camera, storie di bambine scomparse nei pressi del Collegio e mai più ritrovate.
La notte stessa Jennifer ricade nel sonnambulismo, da cui si riteneva guarita, e per sfuggire al misterioso assassino intravisto nel buio, si rifugia nell'abitazione di un anziano entomologo paralitico, assistito da una scimmietta, dove scopre di poter comunicare con gli insetti. La notte seguente, in una crisi di sonnambulismo, una lucciola la guida presso il cadavere di Sophie, che, uscita con le vesti di Jennifer per incontrare il suo ragazzo, è rimasta vittima del mostro. Sottoposta ad alcuni accertamenti clinici, Jennifer rischia di essere ricoverata in manicomio. Fugge dal collegio e ripara nuovamente dall'entomologo, il quale, sperimentate le sue misteriose affinità con gli insetti, le consegna, in una gabbietta, la "mosca sarprofaga", consigliandola di farsi guidare dall'insetto alla ricerca dell'assassino. Da quel momento Jennifer corre una serie di orripilanti avventure, fra resti di cadaveri e larve ripugnanti di insetti, fino all'ultima sua notte a Zurigo, durante la quale orridi fatti si susseguono con ritmo incalzante, senza lasciarle respiro. Chi la salverà dal misterioso assassino?

Trama 2:
E’ la storia di Jennifer (interpretata da Jennifer Connelly), una ragazza americana che arriva in Svizzera per studiare al collegio R. Wagner. Il collegio è gestito dalla signora Brückner, una donna che si dimostra subito gentile e sensibile verso la nuova arrivata, nonostante sia alle dipendenze di una fredda direttrice. Poco tempo prima dell’arrivo di Jennifer, nei dintorni del collegio una ragazza era stata assassinata, dopo avere trovato rifugio dalla pioggia in una villetta deserta. Sul delitto sta indagando uno studioso paralitico (interpretato da Donald Pleasence) che risale a modalità e orario dell’omicidio, analizzando il comportamento degli insetti trovati intorno al cadavere. Intanto è uccisa anche la compagna di stanza di Jennifer. Una notte Jennifer, camminando nel sonno per i corridoi del collegio, s’imbatte nella scimmia Inga, l’animale dello studioso, che la conduce dal suo padrone. Lo studioso scopre che Jennifer ha la capacità di comunicare con gli insetti. Intanto Jennifer è odiata dalle compagne e ostacolata dalla direttrice, perché ritenuta responsabile della morte della sua compagna di stanza. Jennifer, stanca delle umiliazioni, lascia il collegio e è ospitata dalla gentile signora Brückner. Intanto lo studioso scopre un dettaglio importante per scoprire l’identità dell’assassino, ma è ucciso da una figura nera apparsa nel soggiorno di casa sua. Jennifer comincia a preoccuparsi del clima inquietante e misterioso della villa della signora Brückner. Un giorno, vagabondando per la casa, Jennifer nota che tutti gli specchi sono coperti e in una stanza scopre il figlio handicappato della Brückner che tenta di aggredirla. Tornata a casa la Brückner rinchiude Jennifer nel sotterraneo della villa. Intanto un poliziotto giunto nella villa è incatenato al muro del sotterraneo e sottoposto a sevizie. Jennifer si rende conto che la Brückner è pazza e che il figlio handicappato è l’assassino. Un amico di Jennifer, precipitatosi lì per salvarla, è a sua volta decapitato dalla Brückner. La donna sta per finire Jennifer, quando la scimmia Inga la accoltella per vendicare la morte del suo padrone. Jennifer e Inga se ne stanno andando, quando incappano nell’assassino. Ma uno stormo di insetti, accorsi in aiuto di Jennifer, divorano il mostro.

Critica:
"Quando il vistoso e il banale si intrecciano, l'effetto non va sotto la pelle, il ribrezzo dà qualche impressione ma non emoziona. E' ciò che accade soprattutto con l'accumulo di colpi di scena del finale, al quale è preferibile l'inquietante fantastico della prima parte. Senza dire che un po' più d'ironia non avrebbe guastato, anche per pagare con qualche strizzata d'occhio i debiti che 'Phenomena' ha verso film del passato (il più ovvio, 'Gli uccelli'). Venuta da 'C'era una volta in America' (era il primo amore De Niro), Jennifer Connelly è un'interprete diligente ma non dà un sensibile contributo al terrore. In parti minori la sopravanzano Darla Nicolodi e Dalila Di Lazzaro. Chi recita meglio è comunque Donald Pleasance, insettologo in carrozzella. Né sono scarsi i meriti dei vari musicisti, a cominciare dai Goblins e Claudio Simonetti (fra gli altri c'è anche Bill Wyman, il bassista dei Rolling Stones). La buona fotografia è di Romano Albani, la sede del collegio è nella villa in cui Wagner scrisse il Tannhauser. Le schifosissime larve, buon pro vi faccia, sono delle mosche saprofaghe..." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 9 Febbraio 1985)."Nonostante certe sbandate deliranti e qualche effetto gratuito, la prima parte di 'Phenomena' mi aveva fatto sospettare che finalmente, grazie anche al contributo di Franco Ferrini alla sceneggiatura, Argento si fosse deciso a dare un consistente traliccio alla sua ultima mystery-story, e a preoccuparsi un po' dei personaggi. Ho anch'io occhi per vedere, e ammirare le sue invenzioni narrative e visive: l'entomologo paralizzato (Donald Pleasence) che ha scritto un libro sulle comunicazioni tra gli insetti; la fragile Jennifer che li ama, gli insetti, e ha con loro un rapporto parapsicologico; inventare una coppia di investigatori, formata da una mosca sarcofaga e da una ragazzina, probabile prossima vittima dello psicopatico assassino; le inquadrature soggettive degli insetti divise in sei parti; certe immagini, minacciose e notturne, della campagna svizzera. Era tutta un'illusione, un pretesto per arrivare all'ultima mezz'ora dove, infilando quattro o cinque finali l'uno dentro l'altro, il film esplode in fuoco d'artificio di macelleria sanguinolenta, di ribrezzo, di angoscia verminosa. Quelle due o tre belle idee narrative sono buttate via, sacrificate agli effetti più ripugnanti. Non si contano i prestiti (Hitchcock, Tourneur, De Palma), e nemmeno la carica martellante del rock duro dei Goblin nella colonna sonora. Non si contano le trasgressioni spudorate alla logica e alla verosimiglianza. Tutto è sacrificato all'effetto e a una misoginia dilagante." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 10 Febbraio 1985)"Qui Argento è stato, magari, tradito dallo scrupolo di pianificare, la prima parte come preparazione all'orrore, come finzione didascalica (tutto quel discorrere di sonnambulismo, di doppia personalità, di poteri paranormali, di schizofrenia); la seconda parte come licenza di sfogo e di ribrezzo secondo un accumulo che sembra rifare il verso alle peggiori inclinazioni del genere, apposta per far saltare lo spettatore nella poltrona, anche quello che s'era difeso in qualche nervosa risata protettiva. E' chiaro che le vecchie regole del giallo cedono alle esigenze dell'horror. In mezzo a una polizia necessariamente inefficiente, in un collegio di insegnanti tradizionalmente crudeli (la pacata Svizzera è stata scelta apposta) ha rilievo la sola Jennifer Connelly. Come vogliamo chiamarla? Cappuccetto Rosso nel Paese dei Cannibali oppure la Piccola Signora degli insetti? Comunque una giovanissima attrice molto coraggiosa, pensate che in fondo deve fare il bagno in uno stagno poltiglioso di cadaveri e non può neppure, come voi, distogliere lo sguardo o ripetere la sua solita litania: 'Sono sonnambula e devo svegliarmi'." (Stefano Reggiani, 'La Stampa', 2 Febbraio 1985).

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