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REGIA: Radu Muntean
SCENEGGIATURA: Alexandru Baciu, Razvan Radulescu
ATTORI: Dragos Bucur, Maria Popistasu, Victor Rebengiuc, Mimi Branescu, Mirela Oprisor...
FOTOGRAFIA: Tudor Lucaciu
PRODUZIONE: Multimedia Est
PAESE: Romania 2009
GENERE: Drammatico
DURATA: 99 Min
Trama:
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REGIA: Radu Muntean
SCENEGGIATURA: Alexandru Baciu, Razvan Radulescu
ATTORI: Dragos Bucur, Maria Popistasu, Victor Rebengiuc, Mimi Branescu, Mirela Oprisor...
FOTOGRAFIA: Tudor Lucaciu
PRODUZIONE: Multimedia Est
PAESE: Romania 2009
GENERE: Drammatico
DURATA: 99 Min
Trama:
Paul è sposato con Adriana da dieci anni. Insieme hanno una figlia, Mara, e una complicità fatta di affetto e di consuetudine. Ma Paul ha anche una relazione con Raluca, una giovane dentista che conosce da sei mesi e che si occupa anche del buon ampliamento dell’arco dentale della bambina. Paul le ama entrambe, l’una con passione, l’altra con impegno e responsabilità. Il giorno in cui le due donne s’incontrano per caso, nello studio di Raluca, Paul si sente chiamato a prendere una decisione e decide di dire tutta la verità alla moglie, alla vigilia della festa del Natale.
Il cinema rumeno esperisce la sua new wave dopo essere stato il meno considerato, meno preso in cura dal regime. Da qualche anno salutiamo dunque la freschezza di opere sincere, spogliate da qualsivoglia intenzione propagandistica e invece decise a dire la verità, con il linguaggio delle immagini. Là dove gioca sardonicamente sul paradosso e sugli errori di sistema di una transizione repentina e culturalmente radicale, l’onda nuova cinematografica diverte e raccoglie consenso, ma non è questo il caso di Mardi, après Noël , che adotta un passo diverso e sposta il realismo di contenuti e il minimalismo dello stile tra le mura domestiche e offre allo spettatore un indisturbato buco della serratura, da cui “godersi” i piaceri e i tormenti di tre esseri umani.
Spogliato –questo sì- di ogni mito dell’intrigo e del solleticante, il triangolo Raluca-Paul-Adriana è fotografato nel suo momento di crisi e di (ri)soluzione, con la modalità diretta e senza sconti del piano sequenza e una scrittura tutta improntata alla mimesi della vita, con le sue alterazioni naturali e il suo humor nero sempre pronto a far capolino.
Non esclusivamente passionale o razionale, la scelta di Paul va verso una dolorosa e sindacabile sopravvivenza morale, ma sindacabile è anche la scelta del regista di imporci un film senza esercizio di fantasia, che si compiace di mirare all’identificazione di un pubblico reale o ideale, ma non parla al cuore e, nella sua smania di documentarismo, dimentica la cosa più importante: quei dettagli che fanno la differenza, la specificità di una coppia e di un film.
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