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USCITA CINEMA: 05/01/2011
REGIA: Stephen Frears
SCENEGGIATURA: Moira Buffini
ATTORI: Gemma Arterton, Dominic Cooper, Luke Evans, Tamsin Greig, Roger Allam, Bill Camp...
FOTOGRAFIA: Ben Davis
MONTAGGIO: Mick Audsley
MUSICHE: Alexandre Desplat
PAESE: Gran Bretagna 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 111 Min
Trama:
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USCITA CINEMA: 05/01/2011
REGIA: Stephen Frears
SCENEGGIATURA: Moira Buffini
ATTORI: Gemma Arterton, Dominic Cooper, Luke Evans, Tamsin Greig, Roger Allam, Bill Camp...
FOTOGRAFIA: Ben Davis
MONTAGGIO: Mick Audsley
MUSICHE: Alexandre Desplat
PAESE: Gran Bretagna 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 111 Min
Trama:
Tamara Drewe torna alla casa di campagna dove ha trascorso l’infanzia, in seguito alla morte della madre. Ha un nuovo naso, una rubrica su un quotidiano di Londra e un paio di gambe che non passano inosservate. Alle loro pendici cadono presto l’ex fidanzatino Andy, ora tuttofare presso un ameno ritiro per scrittori in cerca di calma e ispirazione, il famoso romanziere Nicholas Hardiment, che gestisce il suddetto posto con l’aiuto della moglie Beth, e la rockstar Ben Sergeant, che per Tam si trattiene in quel luogo ben oltre il tempo previsto per il concerto.
A muovere le file tragicomiche del teatrino che da queste premesse si dipana, sono due ragazzine del luogo, Casey e Jody, rese folli dalla noia e dal fanatismo nei confronti del batterista.A conti fatti, sono almeno una decina d’anni che Stephen Frears non sbaglia un film, pur spaziando tra ispirazioni molto diverse – le playlist dei vinilomani piuttosto che i business erotici di una vecchia dama o i cervi del parco della regina – e senza necessariamente sfiorare il capolavoro, che non pare affar suo. Due i punti fissi: lo schermo è innanzitutto il palcoscenico degli attori e la letteratura è un ottimo soggetto da rileggere attraverso l’obiettivo della macchina da presa. Ecco dunque Kureishi, Hornby, Doyle, Colette e ora l graphic novel di Posy Simmonds (edita in Italia da Nottetempo), uscita a puntate sul Guardian e liberamente e irriverentemente ispirata a “Via dalla pazza folla” di Thomas Hardy (a sua volta e a suo tempo pubblicazione seriale).
Il materiale non manca: un’eroina al centro di un conflitto di passioni attorno alla quale si colora il ritratto satirico della classe media inglese con velleità artistiche, tra invidia e imitazione, pavonerie e contraddizioni di comodo (la verità è il sale della buona letteratura o il bravo scrittore è un bugiardo nato?)
Usando le tavole originali come un vero e proprio storyboard e i personaggi di carta come modello per la scelta degli attori, Frears e Moira Buffini (alla sceneggiatura) si cimentano con risultati brillanti nell’operazione di aggiungere realismo senza perdere di humor. La quotidianità dell’assurdo e le piccole malignità che assicurano l’umana sopravvivenza, insieme allo smantellamento del mito della genuinità e della pietà rurale, sono i registri azzeccati su cui si muove questa commedia mezza rosa e mezza nera, che ha nel cuore un ricordo inconfessato (e irraggiungibile) di Shakespeare a colazione, nel motore una marcia in più di tutta l’ultima produzione di Woody Allen e un debito innegabile verso un cast in formissima.
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