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USCITA CINEMA: 02/10/2009
REGIA: Mariano Cohn, Gaston Duprat
SCENEGGIATURA: Gaston Duprat, Mariano Cohn
ATTORI: Sergio Pangaro, Marcello Prayer, Alberto Laiseca, Ana Laura Lozza...
PRODUZIONE: Costa Films, Aleph Media, BARTER, Istituto Luce, INCAA, Istituto Luce
DISTRIBUZIONE: Luce
PAESE: Italia, Argentina 2008
GENERE: Drammatico
DURATA: 110 Min
Trama:
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USCITA CINEMA: 02/10/2009
REGIA: Mariano Cohn, Gaston Duprat
SCENEGGIATURA: Gaston Duprat, Mariano Cohn
ATTORI: Sergio Pangaro, Marcello Prayer, Alberto Laiseca, Ana Laura Lozza...
PRODUZIONE: Costa Films, Aleph Media, BARTER, Istituto Luce, INCAA, Istituto Luce
DISTRIBUZIONE: Luce
PAESE: Italia, Argentina 2008
GENERE: Drammatico
DURATA: 110 Min
Trama:
Jorge lavora come infermiere in un istituto geriatrico. Tra gli altri, si occupa anche di un vecchio autistico, Romano, dotato di uno spiccato talento pittorico. Quando Jorge recapita ad una galleria i lavori di Romano spacciandoli per propri, la sua vita prende una svolta inattesa e si ritrova catapultato nel mondo dell’arte contemporanea. In breve, diviene un artista di culto, ricercato da curatori, critici, collezionisti e belle donne.
Il suo silenzio viene interpretato come un rifiuto di parlare al posto della propria opera, il suo contributo viene prontamente inscritto nella storia dell’arte e dell’art brut in particolare. Jorge attraversa le contraddizioni della scena artistica contemporanea senza riuscire ad illuminare la propria esistenza, trovando continue domande e nessuna risposta.
Primo lungometraggio di finzione degli argentini Mariano Cohn e Gastòn Duprat, reduci da numerose conferme nel campo del cinema sperimentale e documentario, L’artista è una commedia low budget e high concept che approccia uno dei soggetti più discussi – la natura dell’opera d’arte – dal punto di vista di due personaggi diversamente apatici, privi di un vero e proprio punto di vista che rilanciano per questo la palla allo spettatore, omaggiando la teoria duchampiana che vuole l’arte proprio nello spettatore e non nell’opera o nell’artista (ragion per cui non vediamo mai i lavori di Romano).
Il film procede per quadri, allestisce inquadrature pittoriche, lascia che il soggetto occupi una posizione originale all’interno di esse e che sia il pubblico a porsi il problema della loro giustificazione, gioca con il sonoro e con la superficie della tela bianca di cui è ospite il cinema. Una macchia sul muro è arte? O è arte quell’inquadratura della macchia sul muro?
Senza graffiare lo schermo e senza rinunciare ad una buona dose di ironia (basti pensare alle reazioni del vecchio quando Jorge, il non artista, colui che non ha idea dei confini dell’opera e della sua misura necessaria, gli sottrae di mano il foglio prima che l’atto creativo sia stato completato), L’artista ha il pregio di saper mostrare, con pochissimo, un ambiente che evidentemente gli autori conoscono dall’interno e sul quale non mentono o romanzano, e il buon gusto, dopo aver snocciolato citazioni su citazioni (d’altronde di questo si tratta, di un uomo che si serve dell’espressione di un altro) di affidarsi al silenzio, in un finale di rara eloquenza.
Un riuscito divertissement, da non confondere con un’opera d’arte.
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