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REGIA: Luigi Comencini
SCENEGGIATURA: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Giuseppe Mangione, Lucia Drudi Demby
ATTORI: Anthony Quayle, Stefano Colagrande, Simone Giannozzi, Adriana Facchetti, Silla Bettini, Rino Benini, Giorgia Moll, Graziella Granata, John Sharp...
FOTOGRAFIA: Armando Nannuzzi
MONTAGGIO: Nino Baragli
MUSICHE: Fiorenzo Carpi
PAESE: Italia 1966
GENERE: Drammatico
DURATA: 105 Min
Trama:
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REGIA: Luigi Comencini
SCENEGGIATURA: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Giuseppe Mangione, Lucia Drudi Demby
ATTORI: Anthony Quayle, Stefano Colagrande, Simone Giannozzi, Adriana Facchetti, Silla Bettini, Rino Benini, Giorgia Moll, Graziella Granata, John Sharp...
FOTOGRAFIA: Armando Nannuzzi
MONTAGGIO: Nino Baragli
MUSICHE: Fiorenzo Carpi
PAESE: Italia 1966
GENERE: Drammatico
DURATA: 105 Min
Trama:
Rimasto improvvisamente vedovo, Duncombe, console britannico a Firenze si trova impreparato a risolvere i problemi relativi ai due figli, Milo di quattro anni ed Andrea di otto. A questo stato di cose crede di poter rimediare in qualche modo assumendo un'austera governante, trattando da persona adulta il figlio maggiore, al quale bruscamente comunica la morte della mamma, e vezzeggiando il più piccolo, Andrea, costretto da tale atteggiamento a rinchiudersi in se stesso, mentre sente vivissimo il dolore per la morte della mamma e ne coltiva l'affetto con mille nascoste manifestazioni, si abbandona alle monellerie tipiche della sua età, guadagnandosi una serie di rimbrotti che lo feriscono ancor di più mentre di ogni piccolo incidente il vivace Milo appare sempre come la vittima del fratello.
Dell'errato atteggiamento del console si accorge soltanto suo fratello Will, che lo invita a trattare con maggiore benevolenza il figlio maggiore. Ma Duncombe, dopo avere promesso ad Andrea di condurlo con sè a Roma, per un'ennesima incomprensione, lo castiga. Il ragazzo, turbatissimo, ripete un suo abituale gioco pericoloso e si ferisce mortalmente.
Dell'errato atteggiamento del console si accorge soltanto suo fratello Will, che lo invita a trattare con maggiore benevolenza il figlio maggiore. Ma Duncombe, dopo avere promesso ad Andrea di condurlo con sè a Roma, per un'ennesima incomprensione, lo castiga. Il ragazzo, turbatissimo, ripete un suo abituale gioco pericoloso e si ferisce mortalmente.
Critica:
"Il film, che traccia con precisione ed abilità i caratteri dei protagonisti ed i loro contrasti psicologici, volge tuttavia troppo bruscamente alla drammaticità ed in questa si conclude. Ciò nonostante, sono da sottolineare la sicurezza di regia e la accuratezza di diversi elementi linguistici, come la fotografia ed il commento musicale." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 61, 1967)
Note:
- PRESENTATO AL XX FESTIVAL DI CANNES 1967.- DAVID DI DONATELLO NEL 1967 PER LA MIGLIOR REGIA A LUIGI COMENCINI, DAVID SPECIALE A SIMONE GIANNOZZI E STEFANO COLAGRANDE.
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