USCITA CINEMA: 21/12/2005
REGIA: Andrew Adamson
SCENEGGIATURA: Ann Peacock, Andrew Adamson, Christopher Markus, Stephen McFeely
ATTORI: Georgie Henley, Skandar Keynes, William Moseley, Anna Popplewell, Tilda Swinton, James McAvoy, Jim Broadbent, Kiran Shah, James Cosmo...
FOTOGRAFIA: Donald M. McAlpine
MONTAGGIO: Sim Evan-Jones, Jim May
MUSICHE: Harry Gregson-Williams
PRODUZIONE: Walt Disney Pictures, Walden Media
GENERE: Fantasy
DURATA: 143 Min
Trama:
J.R. Tolkien and C.S. Lewis si sono incontrati per la prima volta nel 1926 all'università di Oxford, hanno condiviso i loro pensieri con l'obiettivo per entrambi di trasferire miti e leggende nel mondo contemporaneo comunicandone anche i valori religiosi.
C.S. Lewis grazie all'amicizia con il creatore de Il Signore degli Anelli ha imparato a unire razionalità e immaginazione e sull'onda dell'impeto di ragione e sentimento ha scritto Le cronache di Narnia, capolavoro del genere fantastico.
In Inghilterra, durante la Seconda Guerra Mondiale, quattro fratelli scoprono nella casa di un vecchio professore, un armadio. Il mobile, sorprendentemente, è la porta verso un mondo incredibile, il regno di Narnia. In questo universo fantasmagorico in cui gli animali parlano, la malefica strega Bianca, Jadis (Tilda Swinton) ha lanciato un incantesimo che ha messo sotto il gelo l'intero reame. I fanciulli, sotto la coltre di neve, prendono in mano la situazione e insieme al leone Aslan (con la voce di Omar Sharif) guidano Narnia contro l'esercito del male.
Primo dei sottolibri delle Cronache (in totale sono sette), questo episodio vive un parallelo con l'episodio finale de La compagnia dell'Anello per i faraonici scontri fra il bene e il male. Purtroppo, bisogna confessare che dopo l'opera di Peter Jackson difficilmente la sontuosità e l'immaginifico possono assurgere a livelli celestiali così elevati. Il film della Disney ha il pregio di essere riuscito, grazie agli effetti speciali, a rendere quasi perfetta la complessa animazione degli animali (il realismo è a tratti incredibile), ma il pathos e l'anima del film hanno una freddezza coerente con il manto innevato di Narnia. È un'anima che manca a questo lungometraggio e il regista Andrew Adamson, non ha portato a termine il compito di dare vita alle emozioni, come nel suo precedente Shrek 2, dimenticandosi per un attimo (due ore e venti) che per coinvolgere lo spettatore non basta far parlare il re della foresta.
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